Articolo di Matteo Mecacci tratto da Notizie
Radicali del 20/10/2006
Il film di Al Gore, che ho visto
all'inizio dell'estate, ha sicuramente il merito di fornire alcuni dati,
peraltro noti, sulla connessione tra aumento delle emissioni di anidride
carbonica e l'aumento della temperatura terrestre nel corso degli ultimi
decenni; per il resto,il film, che più che un documentario è un'autobiografia
che parla dell'attenzione decennale di Al Gore su questo tema, non mi pare che
fornisca ricette o soluzioni particolarmente rivoluzionarie, se non dei generici
richiami alla necessita' di maggiori investimenti in fonti di energia
rinnovabili, il sostegno al protocollo di Kyoto ecc. E considerato che anche
molti altri esponenti politici americani ne sostengono la centralità di questo
temo, a partire dal Senatore Repubblicano John McCain, probabile candidato per
le presidenziali del 2008. Questo lo dico in attesa che ciascuno possa vederlo
di persona in Italia , e giudicare.
Oltre a ciò, quello che non mi fa
ritenere Al Gore assimilabile per importanza alla "triade" Blair, Fortuna,
Zapatero è la sua storia politica, e in particolare la sua impostazione
proibizionista non solo sulle droghe (la sua War on Drugs non ha nulla
diinvidiare a quella di Bush purtroppo), ma anche sul consumo di sigarette, che
purtroppo sembra riflettersi anche nell'impostazione di questa sua battaglia
ambientalista, che nel corso degli ultimi anni ha assunto un carattere a mio
avviso ideologico, pur essendo un tema che merita di essere portato al centro
del dibattito politico.
Ad esempio nel film, Gore dopo avere fatto
un'analogia tra la "copertura" avvenuta in passato sui dati relativi ai danni
derivanti dal consumo di sigarette, e quella in corso sul riscaldamento globale,
descrive il proprio impegno personale contro il consumo di sigarette,
raccontando di come sia riuscito a convincere il padre - o lo zio - a chiudere
la propria piantagione di tabacco, dopo la morte della sorella per cancro ai
polmoni. Facendo una chiara analogia, quindi, tra il proprio impegno attuale
contro il global warming e quello passato e personale contro il
fumo.
Infatti, quando Al Gore è stato vicepresidente degli Stati Uniti, è
stato il principale sponsor della legislazione per vietare il fumo nei luoghi di
lavoro pubblico, dopo aver vietato di fumare alla Casa Bianca per la prima volta
nel 1993, ed ha fatto di questo un tema centrale della propria campagna
elettorale.
Inoltre, pur non essendo stato finora reso pubblico il testo
del proprio intervento alle nazioni unite a una conferenza dove ha fatto una
presentazione delle sue ricerche lo scorso 29 settembre, alcuni siti web "di
destra" hanno riportato che Gore, e non ci sono state al momento smentite
ufficiali, avrebbe sostenuto che anche il consumo di sigarette è da considerare
tra le cause del global warming. Al di la' della propaganda che sicuramente sta
dietro a questi resoconti, va pero' detto che le soluzioni proibizioniste e
"srastiche" si attagliano alla storia di Al Gore, ed e' quindi presumibile che
anche le sue posizioni sull'ambiente ricalchino un'impostazione vicina
all'ambientalismo ufficiale che ben conosciamo, anche in Italia.
Per
queste ragioni quindi, suggerirei cautela e ulteriori approfondimenti prima di
associare Al Gore ai nomi individuati a Fiuggi quali punti di riferimento della
Rosa nel Pugno. Questo non perche' della "triade" si condivida o si debba
condividere tutte le scelte o battaglie, ma aggiungervi un proibizionista
convinto mi sembrerebbe poco utile.